Tassobarbasso APS
“Se nelle alte valli del misterioso Bhutan accendessero un gran fuoco, di cima in cima la segnalazione arriverebbe fin qui, e poi oltre, lungo le cime chiamate “Pen”, per quel promontorio interminabile che si chiama Italia. Fino al monolito dell'Aspromonte, fermo in mezzo al Mediterraneo. Il grande capolinea, dirimpettaio di un altro fuoco da leggenda. L'Etna.”
(Paolo Rumiz, La leggenda dei monti naviganti)
Il nome greco della pianta del Tasso Barbasso è φλόμος (Phlómos)1, riconducibile alla radice preindoeuropea phlóx, che significa fiamma. Non a caso la foglia spessa e stopposa di questa pianta è stata usata in passato come stoppino per lucerne; ed anche i suoi steli secchi, alti anche due metri, immersi nel grasso venivano trasformati in torce.Nel 2012, un gruppo di ragazzi trentini e calabresi hanno intrapreso assieme un percorso di conoscenza e di confronto grazie al progetto “Le Vie dei Parchi”. Sulle pendici dell'Aspromonte, sotto le rocce di Pentedattilo, si sono imbattuti nel Tasso Barbasso, pianta presente anche in Trentino. Grazie alla guida Aldo ne hanno scoperto la storia e hanno deciso che l'associazione, con la quale avrebbero voluto creare dei percorsi di turismo sostenibile che potessero favorire il dialogo tra diverse culture e religioni, si sarebbe chiamata come questa pianta.Così, come il Tasso Barbasso, questi ragazzi vorrebbero dar luce a nuovi cammini, illuminando le Vie dalle Alpi all’Aspromonte, dal Trentino alla Calabria.Il Tasso Barbasso è una pianta in grado di crescere in una grande varietà di habitat, che ha una fioritura che si prolunga per molto tempo e che prospera anche nei terreni più aridi e secchi; allo stesso modo l'associazione vorrebbe creare qualcosa che possa diffondersi in molti luoghi e stagliarsi in cielo con fiori luminosi anche su terreni finora poco fertili.