Edizione 2010
E’ andata in archivio anche la seconda edizione di “C’è folk e folk”, la manifestazione organizzata dall’Associazione Gruppi Folkloristici del Trentino per il tramite della Fe.C.C.Ri.T., che ha tra i propri scopi primari quello di coniugare spettacolo e cultura mediante l’esecuzione di danze e musiche di provenienze diverse.
Nei tre giorni di venerdì 30, sabato 31 luglio e domenica 1 agosto si sono esibiti a Caldonazzo, Mezzano di Primiero e Cavalese rispettivamente tre gruppi italiani accompagnati da tre dei gruppi trentini di sera in sera diversi.
Il primo a esibirsi, in ordine di data, è stato il gruppo folkloristico di Caldonazzo che ha mostrato da subito un’impostazione classica del folklore trentino, con balli di coppia e danze di bimbi accompagnati dal lavoro artigianale di un tempo esibito in contemporanea sulla scena. Il gruppo di Caldonazzo ha scelto come ospiti i friulani di Capriva (e questa è una seconda finalità del progetto; quella cioè di far incontrare i gruppi trentini con gruppi di altre regioni italiane) che hanno attratto l’attenzione del pubblico con uno spettacolo di altissima qualità nel quale la simmetria delle figure faceva da contraltare alla estrema varietà dei colori. Costumi ripresi dagli abiti indossati nei giorni di festa dai contadini del Friuli Orientale alla fine del 1700 evidenziano una cura quasi maniacale del dettaglio che, per le donne, si conclude nella raffinatezza dell’acconciatura.
Il gruppo folk Mezzano di Primiero ha fatto gli onori di casa della seconda serata, sul Brolo, il salotto buono del borgo montano, uno dei borghi “più belli d’Italia”. Il folklore del Primiero rispecchia la storia e i modi di vita dei suoi abitanti riproponendo anch’esso alcuni vecchi mestieri quali la lavorazione del lino e della canapa attraverso la spigola, la gramola e infine la filatura. Mezzano ha ospitato il gruppo “Sicilia Nostra” che si è esibito in una serie di sfrenate tarantelle che venivano normalmente ballate al termine di certe giornate lavorative.
Vivacissimi i costumi dei giovani di “Sicilia Nostra” nei quali sulla dominante del nero e del rosso del costume maschile primeggiavano i colori sgargianti dei grembiuli e delle gonne delle ragazze, tutte giovani o giovanissime proprio per necessità (lascio al lettore capire perché).
La conclusione di “C’è folk e folk”, come lo scorso anno, è stata affidata al gruppo folk “El Salvanel” di Cavalese. Il gruppo locale, che ha aperto la serata, ha presentato una piacevolissima serie di coreografie eseguite da grandi e piccini (ma proprio piccini) che riprendevano il tema delle filastrocche dei bambini, il girotondo o quello di antiche usanze fiemmesi quali il corteggiamento o la vigilia delle nozze. “Gemellato” con “El Salvanel” è stato il gruppo “La Frullana” di Pietralunga di Perugia che ha proposto un repertorio basato sui balli popolari dell’alta Umbria. Balli di coppia, balli collettivi di fine Ottocento, balli del Novecento ricuperati non solo nella zona di Pietralunga, ma anche in altre località o mutuati dal patrimonio folclorico di altre zone d’Italia. Anche in questo caso, i costumi hanno avuto il loro ruolo, caratterizzati come sono da colori pastello che ricordano un tramonto autunnale tra le dolci colline dell’Umbria, quando il verde dei prati si smorza e le foglie cominciano a prendere il colore dell’oro.
Con la serata di Cavalese, come detto, si è chiusa l’edizione 2010 di “C’è folk e folk” lasciandosi dietro piacevoli ricordi, promesse e indirizzi scambiati per futuri incontri.